community gay cristiani credenti cattolici omosessuali chiesa gesu fede papa bibbia religione

LIBRO> Chi sono io per giudicare?

Un testo per i cristiani LGBT, i loro genitori e i pastori che li accompagnano

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    448
    Location
    Firenze

    Status
    Offline
    jpg
    Vi segnaliamo la traduzione di alcuni estratti del libro cileno "?Quien soy yo para juzgar? Testimonios de homosexuales catolicos" della teologa cattyolica Carolina del Rio, edito nel 2015, che raccoglie le testimonianze del cammino umano e pastorale dei cristiani LGBT di PADIS, la pastorale cattolica per le persone LGBT promossa a Santiago del Cile dai Gesuiti cileni.

    Il libro affronta il tema della conversione che i pastori e i genitori devono vivere se vogliono essere operatori di una pastorale inclusiva per e con le persone lgbt. Una pastorale che, attraverso l'incontro con le persone, porta necessarismente a mettere in discussione tutti i nostri pregiudizi.
    Nella seconda parte del Terzo capitolo la teologa affronta anche le questioni teologiche e bibliche sul tema e mette in evidenza il cammino fatto, o da fare, nella chiesa cattolica per cancellare idee e letture bibliche errate verso le persone omosessuali.

    Conclude la teologa cattolica Carolina del Río Mena scrivendo che "La presenza nella nostra società, e quindi nella nostra Chiesa, di persone omosessuali che si sentono emarginate è evidentemente doloroso e dovrebbe stimolarci a seguire la linea della praxis di Gesù (Mt 25). Non è forse giusto e doveroso avvicinarsi alle persone omosessuali vedendo che in tutti si aprono nuove possibilità di esprimere e coltivare la vita buona? Quali elementi repressi o nascosti potrebbero emergere per aiutarci ad essere più umani e pienamente figli e figlie di Dio? Parlare di più con loro e meno di loro, questo farebbe oggi Gesù di Nazaret
    ... Siamo sufficientemente adulti, penso, per accogliere nella nostra Chiesa cattolica le persone omosessuali con tutta la loro umanità e la loro realtà, con tutto quello che esse possono apportare alla costruzione del Regno di Dio tra noi. Certamente avremmo una Chiesa migliore e, senza dubbio, delle persone migliori, sia omosessuali che eterosessuali
    ".

    Potrete scaricare i tesi del libro TRADOTTI, raccolti e pubblicati in ebook ITALIANO da QUI
    Nella pagina che si aprirà clicca sul tasto "Scarica". Lo scaricamento potrebbe richiedere diversi minuti. Sono link trovati su siti esterni a questo Forum. Non garantiamo sul loro funzionamento in futuro. Buona lettura... e PASSAPAROLA...

    Carolina del Río Mena, ¿Quién soy yo para juzgar? Testimonios de homosexuales católicos, Editorial Uqbar, Santiago (Cile), anno 2015

    * Carolina del Río Mena è una teologa cattolica e giornalista cilena, madre di quattro figli. Ha conseguito un master in Teologia Fondamentale presso la Pontificia Università Cattolica del Cile ed è docente presso il Centro de Espiritualidad Santa María, inoltre collabora col Centro Teológico Manuel Larraín del “Círculo de estudio de sexualidad y Evangelio”. E’ autrice del libro “¿Quién soy yo para juzgar? Testimonios de homosexuales católicos” pubblicato nel 2015, ed è co-autrice di “La irrupción de los laicos: Iglesia en crisis” edito nel 2011.

    Edited by innoponti - 20/9/2017, 18:42
     
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    448
    Location
    Firenze

    Status
    Offline
    Qualcuno lo ha scaricato? vi va di dirci come lo trovate? A me è piaciuto perchè con semplicità parla anche di argomenti difficili... lo consiglio non solo ai figli ma anche ai genitori

    Edited by innoponti - 6/10/2017, 08:54
     
    .
  3.  
    .
    Avatar

    "Sicut cervus"

    Group
    Member
    Posts
    925
    Location
    campano

    Status
    Offline
    L'ho scaricato e lo sto leggendo attentamente. Devo dire che mi è piaciuta e concordo con la prima parte, quando fotografa la realtà della nostra condizione e i percorsi che si sono attuati di ascolto e di accoglienza sia verso i giovani che alle famiglie. Concordo che esiste una non conoscenza di un mondo che è anche poliedrico. Interessante anche quando, affrontanto l'argomento, ci si trova poi a chiedersi: "questo è peccato o no"?, dovendo poi dare un giudizio morale. Perchè la gerarchia - questa è una mia impressione - avrà difficoltà una volta riconosciuto che noi non scegliamo la nostra condizione, a doverla poi "governare". Mi lasciano invece perplesso alcune conseguenze che se ne traggono, e mi riferisco alla lettura e alla interpretazione delle Sacre Scritture. E' vero che i teologi sono chiamati ad approfondire il significato dei vari passi, ma tutto questo non è sganciato dal Magistero della Chiesa. Il lavoro dei teologi può essere un servizio che si rende, ma il giudizio finale è del Magistero. Altrimenti ognuno ne può trarre le proprie conclusioni. Resto sempre del parere che a noi spetta pro-vocare, creare opportunità di incontri, perché far conoscere la nostra condizione è il primo passo perché la Chiesa possa dare un nuovo giudizio.
    Nei prossimi giorni avrò la possibilità di confrontarmi con un caro amico sacerdote che non conosce la mia condizione. E' un altro passo, ma credo che questa sia la migliore modalità.
     
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Moderatore
    Posts
    448
    Location
    Firenze

    Status
    Offline
    In veritá Roby il magistero dovrebbe parlare sempre alla luce del vangelo e sulla base dell'esperienza delle scienze umane, teologiche e bibliche. Dovrebbe essere un momento di sintesi che fa la chiesa tra loro e la sua tradizione. Con Giovanni Paolo e Benedetto la tendenza invece è stata un ritorno a un magistero che fa affermazioni spesso sorvolando o entrano in conflitto con le conclusioni a cui biblisti, teologia e scienze umane sono giunte. Il risultato è stato in parte quello che vedi, un magistero che si affanna a costruire una realtá che reale non è. Da qui lo scollamento della chiesa dal sensum fideis del suo popolo. Il momento più buio di questa tendenza fu sicuramente nell'ultimo sinodo dei vescovi del pontificato di Benedetto dove si voleva far passare, su suggerimento della curia, l indicazione che sull'interpretazione della bibbia l'interpretazione autentica spetta solo al papa e che biblisti e teologi cattolici non potevano discostarsi da questa. La cosa, tra mille convulsioni, alla fine non passò, anche perché avrebbe significato bloccare e cancellare ogni riflessione biblica e teologica che non fosse preventivamente gradita al papa di turno, o meglio agli equilibri di potere della curia.
    Il magistero non è bibbia, ma è qualcosa che cambia con le conoscenze dell'uomo e cristallizzarlo è pericoloso. Se pensi che per secoli per il magistero la donna era inferiore all'uomo, gli indios non avevano l'anima e la schiavitù era permessa con chi non era cristiano, ti fa capire come il magistero è stato nei secoli più figlio dei suoi tempi che del messaggio evangelico. E come insegna il caso di Galileo la chiesa col magistero ha spesso rifiutato, anche per molto tempo, le conclusioni della scienza e della teologia. Salvo poi ricredersi magari secoli dopo. Se pensi che la teologia della liberazione azzerata dai due precedenti papi, perche considerata in contraddizione col magistero, è stata riabilitata de facto da papa Francesco in molti dei suoi documenti. Perciò ha ragione l'autrice del libro nel ricordare che è giusto guardare al magistero ma bisogna sempre vedere cosa hanno da dire la teologia e lo studio della bibbia, perché da lì possiamo imparare la fede calata nel nostro tempo. Evoluzioni che spesso il magistero fa finta di ascoltare ma che, prima o poi, dovrà affrontare, magari tra qualche secolo, nel frattempo noi come credenti avendo vite brevi portiamoci avanti.
     
    .
3 replies since 22/3/2017, 19:07   141 views
  Share  
.